Abbiamo imparato a conoscere sempre di più gli effetti post COVID che, in alcuni casi, caratterizzano una vera e propria sindrome. Per chi è guarito dall’infezione respiratoria COVID-19 – soprattutto nella sua forma più acuta, ovvero quella della polmonite interstiziale – tornare a respirare a pieni polmoni non è affatto immediato. Se poi si è dovuto ricorrere alla ventilazione meccanica, il processo di rispristino della piena funzionalità respiratoria è tutt’altro che semplice.
L’importanza della riabilitazione respiratoria
Una volta raggiunta la condizione di negativizzazione, se un paziente presenta – come da linee guida delle associazioni nazionali di fisioterapisti e pneumologi – una saturazione pari almeno al 93% e una frequenza inferiore a 30 atti respiratori al minuto, è possibile procedere con un programma di rieducazione al respiro.
Il trattamento inizierà con esercizi mirati (e dal minimo sforzo) per diaframma e muscoli intercostali. L’obiettivo sarà quello di acquisire di nuovo la consapevolezza del movimento diaframmatico e della parte bassa della gabbia toracica. Successivamente si introdurranno strumenti come gli incentivatori espiratori tipo Pep-Bottle. Il programma respiratorio sarà poi affiancato da un percorso di riabilitazione motoria generale, in grado di potenziarne gli effetti e restituire buona funzionalità a tutti gli altri distretti muscolo scheletrici.
Cos’è la Sindrome Post-COVID?
Molte persone, dopo aver contratto l’infezione da SARS-COV2 vanno incontro a sequele prolungate della malattia. Con percentuali che si aggirano tra il 10 e il 20%, questi pazienti – anche a distanza di settimane – lamentano affaticamento, mal di testa, dispnea e anosmia (incapacità di sentire gli odori). Alcuni studi sembrano confermare che tale condizione non sia correlata con l’intensità dei sintomi sviluppati.
Questi pazienti non sono più contagiosi, ma affrontano comunque una condizione in grado di minare la loro qualità di vita. Caratterizzare questi sintomi o, di più, azzardare ipotesi causali non è ancora possibile (vista la multifattorialità che li contraddistingue) e sono ancora pochi gli studi in materia.
Il ruolo della riabilitazione respiratoria
Di certo, i pneumologi, dopo attento esame medico, sembrano concordare sull’utilizzo combinato di farmaci specifici e fisiokinesiterapia respiratoria, in modo da permettere il recupero di tutti i muscoli coinvolti nella respirazione. Lo stesso dicasi per il senso di affaticamento: esercizi mirati, alternati a programmi progressivi di alternanza tra sforzo e periodi di riposo. L’esperienza di un fisioterapista esperto con un centro riabilitativo alle spalle provvederà ad un ricondizionamento allo sforzo e, parallelamente, ad un controllo della dispnea.
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